Covid, Calabria, Lombardia e Piemonte diventano arancioni dal 29. Gialle Liguria e Sicilia


Allentamento delle restrizioni in cinque regioni. Il ministro Speranza dovrebbe firmare il decreto nelle prossime ore, valido fino al 3 diecembre. Campania e Toscana restano invece in area rossa, mentre Emilia Romagna, Marche e Friuli Venezia Giulia confermate in area arancione.

L’Italia, ormai da inizio novembre, è stata suddivisa per zone di rischio per provare a combattere l’emergenza sanitaria legata alla seconda ondata del coronavirus. I dati quotidiani del ministero della Salute e quelli settimanali dell’Iss stanno cominciando a dare segni di miglioramento locale. Per questo Calabria, Lombardia e Piemonte dal 29 novembre passeranno da rossa ad arancione, mentre Liguria e Sicilia diventeranno parte della zona gialla

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, firmerà una nuova ordinanza con cui dispone il cambio di "zona" per queste regioni. L'ordinanza sarà in vigore dal 29 novembre fino al 3 dicembre

Nell'ordinanza rimangono invariate le misure restrittive vigenti relative alle regioni Campania e Toscana (che restano in area rossa) e a Emilia Romagna, Marche e Friuli Venezia Giulia (che restano in area arancione)

Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, aveva già annunciato: "Stiamo uscendo dalla zona rossa. L'Rt quando andammo in zona rossa era 2.16 e nell'ultimo report era di 1.1. Questo vuol dire che il 'contachilometri' del contagio ha rallentato molto”

Anche la Lombardia scala dalla zona rossa a quella arancione. Il presidente regionale Attilio Fontana, nel pomeriggio, aveva già diffuso la notizia su Twitter: "Grazie ai sacrifici dei lombardi, apprezzati i dati epidemiologici, ora siamo in zona arancione e potremo riaprire gli esercizi commerciali. A breve la decisone del Governo"

In Lombardia "i dati - ha detto l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera - sono in netto miglioramento. Aspettiamo le valutazioni dell'Iss e il confronto con il governo ma come ha detto il presidente Fontana noi siamo quasi da zona gialla”. Gallera ha aggiunto: "È giusto che si possa iniziare con una riapertura lenta, graduale che però deve essere accompagnata da grande senso di responsabilità”

Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana (confermata zona rossa), ha detto che “il quadro che si sta presentando mi porta a dire che prima torniamo in zona arancione e meglio è”. Giani auspica il passaggio di colore a breve anche se "non so se avverrà dalla prossima settimana" o in base a ciò che deciderà il prossimo Dpcm dopo la scadenza del 3 dicembre. "I dati che i nostri uffici calcolano informalmente" sull'indice Rt che questa settimana sarebbero "intorno a 1-1,1", "sono ascrivibili alla zona arancione o addirittura alla zona gialla"

Per quanto riguarda le altre regioni in zona rossa, le stime degli esperti indicano che in Valle d'Aosta la curva ha cominciato a scendere e che la tendenza alla decrescita è destinata a proseguire, "al punto poter sperare in un declassamento regione da rossa ad arancione anche prima di Natale", rileva lo statistico Livio Fenga. Analoga la situazione della provincia autonoma di Bolzano, "dove si prevede che la crescita prosegua ancora per poco, per cominciare a scendere nell'arco di tre settimane”

Ma cosa succede in queste regioni con il passaggio dalla zona rossa a quella arancione? Con le attuali regole, nella zona rossa non si può uscire di casa se non per motivi di lavoro, salute, necessità, urgenza, istruzione, o per andare a fare una corsa o una passeggiata (in prossimità della propria abitazione), e serve sempre l'autocertificazione. Nella zona arancione invece il movimento all’interno del proprio comune è libero tra le ore 5 e le 22

Per quanto riguarda gli spostamenti, nella zona arancione resta vietato spostarsi dal proprio Comune, salvo per le esigenze elencate prima. Resterebbe anche vietato uscire o entrare dal territorio regionale, salvo che per spostamenti motivati da “comprovate esigenze”: motivi di lavoro, salute e urgenza

Anche con il passaggio in zona arancione, resterebbero chiusi i bar e i ristoranti, così come gelaterie e pasticcerie, tranne mense e catering. Rimarrebbero possibili asporto e consegna a domicilio. In zona arancione però potrebbero riaprire i negozi al dettaglio: in zona rossa è chiusa la gran parte degli esercizi commerciali, mentre in zona arancione possono stare aperti. Nei weekend e nelle giornate festive e prefestive resterebbero chiuse le medie e grandi strutture di vendita, a eccezione delle farmacie, punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole

Infine, nella zona arancione, le seconde e le terze medie potrebbero tornare a scuola in presenza con la mascherina obbligatoria. Le superiori resterebbero comunque con la didattica a distanza. Invece la capienza sui trasporti è uguale sia in zona rossa e che arancione: è al 50%

Se c’è chi potrebbe “migliorare” al ribasso il proprio colore, altre regioni sono invece a rischio di peggiorare i parametri e quindi fare il percorso inverso, cioè andare dall’arancione al rosso. La Basilicata, per esempio (arancione dallo scorso 11 novembre), ha fatto registrare il suo record di positivi mercoledì

Monitorata anche la Puglia (ora in zona arancione). Il presidente pugliese Michele Emiliano, ad esempio, aveva chiesto già alcuni giorni fa il passaggio alla zona rossa per le province più colpite: Barletta-Andria-Trani e Foggia

Il precedente monitoraggio dell'Iss invitava le autorità sanitarie a "valutare la possibile l'adozione di ulteriori misure di mitigazione" anche per Molise e Veneto, entrambe gialle al momento. Secondo i dati contenuti nel monitoraggio, sono classificate con un rischio moderato ma con probabilità alta di progredire a rischio alto nel prossimo mese
Skytg24


Che cosa cambierà. 

Spostamenti

- In zona arancione resta vietato uscire dal proprio Comune (se non per ragioni di lavoro, istruzione, salute o per necessità: per farlo, occorre l'autocertificazione).

Ci si può muovere all'interno del proprio Comune liberamente dalle 5 alle 22 senza autocertificazione. Dalle 22 alle 5 scatta il «coprifuoco»: si può uscire di casa solo per comprovate esigenze e compilando l'autocertificazione.

Smart working

- È consigliato il lavoro a distanza, quando possibile.

Inviti a casa

- Si raccomanda fortemente di non invitare a casa propria persone non conviventi.

Riaprono i negozi

- Riaprono i negozi: tutti, senza limitazioni (ovviamente nel rispetto del distanziamento interpersonale di almeno un metro, garantendo lo scaglionamento degli ingressi e la frequente sanificazione del locale e degli spazi espositivi).

- Resta, per ora, lo stop durante le giornate festive e prefestive all’attività dei negozi che si trovano nei centri commerciali, ad eccezione delle farmacie e parafarmacie, dei presidi sanitari, dei punti vendita di generi alimentari, dei tabacchi e delle edicole.

Scuole, riaprono le classi seconda e terza media

- Salvo diversa indicazione dei governatori, nelle zone arancioni gli studenti di seconda e terza media tornano a seguire le lezioni in classe.

- Nulla cambia per le scuole superiori: rimane attiva la didattica a distanza.

- Nulla cambia per le università: le attività formative e curriculari non si svolgono in presenza, fatta eccezione per quelle relative al primo anno dei corsi di studio e dei laboratori.

Bar e ristoranti

- Non cambiano le regole per bar e ristoranti: è consentito l’asporto e la consegna a domicilio, no alla consumazione sul posto.

Sport, eventi e musei

- Restano chiusi palestre, piscine, centri benessere e centri termali.

- Vietato lo sport di contatto, ma è consentito svolgere all’aperto e a livello individuale i relativi allenamenti. È invece permesso frequentare i centri e i circoli sportivi, pubblici e privati, del proprio Comune o, in assenza di tali strutture, in Comuni limitrofi, per svolgere all’aperto l’attività sportiva di base, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza creare assembramenti. Resta vietato utilizzare gli spazi adibiti a spogliatoio.

- I musei restano chiusi.

Assemblee di condominio

- Le assemblee di condominio possono svolgersi in presenza quando non fosse possibile organizzarle in modalità a distanza.

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