03 Gennaio, 2021
ROMA. Un provvedimento ponte tra il 7 e il 15 gennaio, ovvero tra la data di scadenza del decreto natalizio e quella dell'ultimo Dpcm. E' una delle ipotesi che - a quanto si apprende - sarebbe stata sul tavolo del vertice di governo appena concluso. Non si esclude che tale provvedimento contenga misure che saranno applicate a livello nazionale, aldilà del sistema delle fasce.
Al vertice, che si è svolto in videoconferenza, hanno partecipato anche i ministri degli Affari Regionali, Francesco Boccia, e della Salute, Roberto Speranza. Il ministro della Salute dovrebbe ora vedere il Comitato Tecnico Scientifico.
Italia rossa nei weekend
Nel week-end del 9 e 10 gennaio in tutta Italia in vigore le misure previste per la zona arancione: tra queste, le chiusure di bar e ristoranti anche a pranzo, ma aperti solo per la vendita da asporto. Dal 7 gennaio e fino al 15, data di scadenza dell'ultimo dpcm, viene consentito lo spostamento tra le regioni solo per ragioni di necessità.
Rivedere la soglia dell’indice di contagio
Intanto c’è l’ipotesi di rivedere in funzione più restrittiva l'indice Rt, uno degli indicatori d'allarme che fa scattare le fasce per le regioni. In particolare, la soglia di Rt che fa scattare la fascia arancione sarebbe abbassata a 1 (invece dell'attuale 1,25) mentre per la fascia rossa basterebbe il raggiungimento di un Rt pari a 1,25 (invece dell'attuale 1,50).
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«La scuola deve ripartire»
Al vertice il premier Conte avrebbe ribadito che la didattica in presenza deve ripartire, al 50%, dal 7 gennaio.
Il caso vaccini
Intanto non si placano le polemiche legate al piano vaccini: «Il piano vaccinale del governo semplicemente non esiste - afferma Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati .- L'esecutivo ancora una volta ha dimostrato la sua superficialità: in queste ore è in atto un assurdo scaricabarile sulla pelle dei cittadini tra Palazzo Chigi e le regioni. È chiaro che manca una regia a livello centrale, era questo il compito di Arcuri, in grado di programmare e gestire questa delicata fase». Proprio ieri è emerso che in Italia non esiste ancora un elenco dei centri vaccinali, né un piano di programmazione regione per regione.
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Tensioni al governo
In questo clima, mentre si aspetta di conoscere che cosa sarà ancora vietato dopo il 7 gennaio, il governo è ancora alle prese con le tensioni fra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. Domani il ministro dell'Economia Gualtieri dovrebbe presentare la nuova bozza sul «Recovery plan» in attesa di un consiglio dei ministri che dovrebbe tenersi dopo il 7 gennaio. In mancanza di risposte da parte del premier, il leader di Italia Viva continua a ripetere ai suoi di essere pronto a chiedere alle ministri di Italia viva di dimettersi. La convinzione dei renziani è che la maggioranza non abbia i numeri alternativi per sostituire i voti di Iv in Parlamento. E che in caso di crisi ci possa essere lo spazio per un governo istituzionale. Se si concretizzasse uno scenario simile uno dei nomi che gira è quello di Marta Cartabia, ex presidente della Corte costituzionale. Ma i pontieri sono al lavoro per evitare l'esplosione della maggioranza rosso-gialla.
La Stampa
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