SALUTE – RECOVERY PLAN, SICLARI (FI): AL MINISTRO SPERANZA HO SEGNALATO LA NECESSITA’ DELLA REVISIONE DEL TITOLO V, DEL RIPIANAMENTO DEL DEBITO DELLE REGIONI E DELL’AUMENTO DEL FONDO SANITARIO


Ho appena concluso il mio intervento alla presenza del Ministro della Salute, On. Roberto Speranza, in audizione davanti alle Commissioni Salute di Senato della Repubblica e Camera dei Deputati. Come Capogruppo di Forza Italia in Commissione al Senato ho sottoposto all’attenzione di Speranza i veri nodi problematici della Sanità italiana che oggi, grazie ai fondi messi a disposizione dall’Unione Europea per uscire dalla crisi sanitaria ed economica, devono essere affrontati e risolti: 1) superamento del regionalismo sanitario; 2) ripianamento del debito delle regioni in piano di rientro; 3) aumento e stabilizzazione degli stanziamenti per il Fondo Sanitario  Nazionale L’emergenza Pandemica ha dimostrato che il nostro Sevizio Sanitario Nazionale non è più un vero e proprio sistema organico e funzionale, efficace ed efficiente come era stato pensato nella legge istitutiva. Sono emerse notevoli e gravissime differenze fra i 20 servizi sanitari regionali che mostrano programmazioni, organizzazioni e gestioni profondamente diverse che vanno a discapito dei cittadini, delle famiglie e dell’economia del Paese: sprechiamo risorse senza garantire a tutti gli italiani il diritto alla salute. “questa esperienza deve essere da stimolo per fare scelte politiche, spesso rinviate o accantonate, che ci permettano di “curare” radicalmente il nostro servizio sanitario nazionale così da potere affrontare le sfide sanitarie che il futuro ci riserva grazie al Recovery Plan. Ministro, riusciremo a rispettare, coma Paese,  l’art. 32 della Costituzione,  solo garantendo un’assistenza sanitaria uguale da Nord a Sud e ciò sarà possibile solo quando riusciremo a rivedere “sostanzialmente” la riforma del Titolo V. E’ necessario che lo Stato ripiani il debito sanitario delle regioni in piano di rientro a condizione che le stesse regioni investano nel miglioramento delle strutture sanitarie, ospedali e poliambulatori, sia in termini di strumenti efficaci, dotazioni tecnologiche e macchinari che di personale, e che programmino ed organizzino  la medicina territoriale e quella di prossimità. Dobbiamo quindi ricentralizzare il SSN, evitando e superando le distorsioni di 20 sistemi periferici che hanno mostrato il fallimento del regionalismo sanitario. Da ultimo e non per importanza occorre ancorare il Fondo Sanitario Nazionale alla percentuale minima dell’11% nel rapporto con il PIL al di sotto del quale la spesa sanitaria non può essere decurtata (la media europea è il 9.5%). Oggi è all’8,8 %, in Francia e Germania il rapporto è circa 2 punti in più. Solo in questo modo potremmo eliminare il l’imbuto formativo per avere più medici specialisti, completare le strutture ospedaliere incomplete, rendere funzionanti gli strumenti ed i macchinari per la diagnosi, le terapie e le cure, potenziare il pronto intervento del 118, per rendere la salute un diritto di ogni cittadino italiano da Nord a Sud. Ha così concluso il senatore azzurro.

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